Le nuove bozze dei Modelli Dichiarativi 2026 introducono incentivi per redditi medio-bassi, novità su bonus casa e imprese, e aggiornamenti sulle detrazioni fiscali.
L’Agenzia delle Entrate ha recentemente pubblicato le bozze dei Modelli Dichiarativi 2026, relativi ai redditi prodotti nel 2025, rappresentando un importante anticipo delle novità fiscali che interesseranno lavoratori, imprese e contribuenti in generale. Pur trattandosi di versioni ancora non definitive, questi documenti delineano le principali modifiche normative e agevolazioni che saranno operative nel prossimo anno fiscale, con un’attenzione particolare a semplificazione e sostegno economico.
Bonus edilizi e agevolazioni fiscali per la casa nel 2026
Per il 2026, la Legge di Bilancio conferma e aggiorna il quadro dei principali bonus edilizi, fondamentali per chi intende intervenire sul proprio patrimonio immobiliare. Le detrazioni per interventi di ristrutturazione, efficientamento energetico (Ecobonus), e sicurezza antisismica (Sismabonus) mantengono una detrazione fiscale del 36% per il biennio 2025-2026, con una maggiorazione al 50% per le abitazioni principali, mentre dal 2027 la percentuale scenderà rispettivamente al 30% e al 36%.
Il Superbonus 110% è prorogato solo per gli interventi di ricostruzione post-sisma 2016 nelle regioni Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo, con alcune condizioni rigorose per la presentazione delle istanze. La manovra conferma inoltre la proroga del Bonus Mobili per il 2026, mentre il futuro del Bonus Barriere Architettoniche al 75% resta incerto e da definire.

Bonus nel 2026 – Ripam.it
Per quanto riguarda gli impianti di riscaldamento, non sono più agevolate le caldaie alimentate esclusivamente da combustibili fossili, salvo casi particolari di sistemi ibridi con pompe di calore. Il 2026 sarà anche l’anno del lancio del Conto Termico 3.0, che incentiva l’efficientamento energetico e la produzione di energia termica da fonti rinnovabili.
La maggiorazione della detrazione al 50% per le abitazioni principali si applica ai proprietari o titolari di altri diritti reali di godimento, ma non a familiari conviventi o locatari, a meno che non ricorrano altre condizioni specifiche. Il requisito fondamentale è che l’immobile sia la dimora abituale del contribuente o di un familiare stretto, in linea con la definizione dell’articolo 10, comma 3-bis, del TUIR.
Parallelamente, per le imprese proseguono gli incentivi legati alla trasformazione tecnologica e digitale, con il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali materiali e immateriali. Il Piano Transizione 4.0 e il più recente Transizione 5.0 prevedono agevolazioni non cumulabili tra loro, con obbligo per le imprese di optare entro fine novembre 2025 per uno dei due crediti.
Le imprese possono prenotare il credito d’imposta tramite la piattaforma GSE, rispettando scadenze precise per comunicazioni preventive, conferme di acconto e completamento degli investimenti. Il plafond complessivo per il 2025 ammonta a 2,2 miliardi di euro, con priorità assegnata in base all’ordine cronologico delle comunicazioni.
I crediti riconosciuti variano dal 20% al 50% del costo degli investimenti, a seconda della tipologia di bene e dell’anno di effettuazione, con un’attenzione particolare ai beni strumentali tecnologicamente avanzati e agli investimenti legati agli obiettivi del PNRR.
L’insieme di queste misure fiscali e agevolative disegnano un quadro di riforma fiscale orientato a sostenere i lavoratori con redditi medio-bassi, semplificare gli adempimenti per le imprese e incentivare gli investimenti in innovazione e sostenibilità energetica, elementi chiave per la crescita economica e sociale del Paese nel 2026.
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