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Altro che ponte sullo stretto: al Nord c’è un progetto ugualmente straordinario che potrebbe essere pronto prima

progetto nord italiaAltro che ponte sullo stretto: al Nord c’è un progetto ugualmente straordinario che potrebbe essere pronto prima - ripam.it

Un’idea rimasta sospesa per decenni torna a far parlare di sé. Al Nord prende forma un progetto che potrebbe cambiare il modo di attraversare un intero territorio.

Quando si parla di grandi opere, il pensiero corre subito ai progetti più discussi e divisivi del Paese. Eppure, lontano dai riflettori, esistono idee altrettanto ambiziose che affondano le radici nella storia e che oggi tornano a sorprendere per attualità e visione. Al Nord Italia, sulle acque del lago Maggiore, riaffiora un progetto che sembrava destinato a restare solo sulla carta. Un’ipotesi che non riguarda il futuro remoto, ma una possibilità concreta che potrebbe persino anticipare opere considerate irrealizzabili.

Il ponte sul lago Maggiore tra Laveno e Intra, un’idea che ritorna

A rilanciare l’attenzione su questa infrastruttura è stata la Biblioteca di Gemonio, che ha riportato alla luce un progetto discusso già negli anni Trenta del Novecento. L’idea era quella di realizzare un ponte capace di collegare Laveno Mombello, in Lombardia, con Intra, frazione di Verbania in Piemonte, attraversando uno dei punti più suggestivi del lago Maggiore. Un collegamento che avrebbe potuto cambiare radicalmente la mobilità e gli scambi tra le due sponde.

Il primo progetto risale al 1931-1932 e porta la firma dell’ingegner Alfredo Varni, tecnico di origini pavesi. La soluzione immaginata era sorprendentemente audace per l’epoca: un asse stradale composto da grandi barconi in cemento armato, larghi circa dodici metri e incastrati l’uno all’altro, affiancati da due marciapiedi. I moduli sarebbero stati costruiti a Laveno, in un cantiere vicino all’area del Gaggetto, e il ponte avrebbe raggiunto la località di San Bernardino a Verbania. Il progetto prevedeva anche l’introduzione di un pedaggio, considerato dagli investitori una fonte di introiti sicura. Poi arrivò la guerra e tutto si fermò.

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Il ponte sul lago Maggiore tra Laveno e Intra, un’idea che ritorna – ripam.it

L’idea del ponte sul lago Maggiore tornò però nel dibattito pubblico nel secondo dopoguerra, tra la metà degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta. Il sindaco di Verbania dell’epoca, Ugo Sironi, accolse con entusiasmo il via libera iniziale del governo nel 1954, che tuttavia venne successivamente ritirato. Le posizioni sul territorio erano contrastanti: a Luino prevaleva lo scetticismo, mentre a Laveno Mombello il sindaco Gennaro Airoli ribadiva un sostegno convinto. Sottolineando i potenziali benefici in termini di traffici turistici e commerciali per entrambe le province.

In quegli anni furono studiate tre soluzioni tecniche. La più vantaggiosa dal punto di vista economico prevedeva un ponte galleggiante stabilizzato da strutture subacquee. Ancorato alle rive tramite ponti metallici apribili per consentire il passaggio dei battelli. Un’altra ipotesi era quella di un ponte appoggiato su cassoni immersi. Simile a un viadotto, che avrebbe lasciato libero il transito delle imbarcazioni ma presentava criticità legate alla nebbia.

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